Dall’uovo alla Dea nelle stanze segrete di Palazzo Doria Pamphilj

da | 26 Feb 2025 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

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    Appartamenti Segreti, sala del fuoco, FakeMarble-TrueFakeMarble, ph.MarcoParolin
Gli Appartamenti Segreti di Palazzo Doria Phamphilj, solitamente non aperti al pubblico, sono visitabili fino al 27 aprile in occasione di una mostra molto speciale che s’intitola “Chiara Lecca. Dall’uovo alla dea nelle Stanze Segrete Doria Pamphilj”. E’ curata da Francesca Romana de Paolis con il supporto della “padrona di casa”, la Principessa Gesine Pogson Doria Phamphilj e del coniuge Don Massimiliano Floridi in collaborazione con la Galleria Fumagalli di Milano.
Siamo negli ambienti a pianterreno che si aprono sul giardino, stanze ibride che raccontano la storia del Palazzo ma anche della famiglia che lo abita, sono insieme casa e museo, decorate e arredate nel tempo secondo il variare dei gusti fino alla sistemazione attuale. Fu il principe Camillo Pamphilj (1622 – 1666), uomo di scienza e di cultura, a dedicare le stanze segrete ai quattro elementi alchemici.

In queste stanze che non si aprono a sguardi indiscreti, che trasudano arte e storia, si rappresenta uno spettacolo intimo e rassicurante, frutto del genio inventivo e della tecnica di Chiara Lecca un’artista romagnola che lavora con l’aria, la terra, il fuoco, l’acqua, i quattro elementi alchemici. La sua è una storia fatta di persone, di animali, di consuetudini, di tradizioni e valori. A tutto questo si richiama la sua arte. Sono le certezze della società preindustriale, delle famiglie dei nostri padri in cui non si buttava niente, tutto poteva servire. E qui viene in mente la storia dell’artista (classe 1977) che ha vissuto durante l’infanzia nell’azienda agricola di famiglia nei pressi di Faenza a contatto con la natura e con gli animali. In quella società preindustriale si conservava tutto perché non si sa mai. Il concett0 di scarto era del tutto assente, anzi era sconosciuto. L’artista che è figlia di questo retroterra sociale ripropone i quattro elementi alchemici in undici opere suddivise in quattro raffinati ambienti barocchi adorni di stucchi, sculture, marmi policromi: la Sala della Terra, la Sala del Fuoco, la Sala dell’Aria, la Sala dell’Acqua.

Le opere di Chiara Lecco sono realizzate quasi interamente con elementi naturali di natura organica. Sono vesciche di animali, ritagli di pellami, squame essiccate e perfino sterco che ora sono diventate creazioni traslucide, levigatissime, perfette, inimmaginabili. E coloratissime. Opere che nascono dagli scarti: dalle cotenne, dal letame, dal caglio che l’industria alimentare ha rinunciato a lavorare. Quelle vesciche di maiale o di bue che nella società preindustriale erano destinate a contenere il prezioso unto ricavato dal grasso animale per friggere i cibi, gonfiate e montate ad arte, hanno assunto forme e colori inusitati. Sono diventate oggetti da esporre in salotto su piedistalli, sono soprammobili colorati, tondeggianti che possono essere posati sopra il pianoforte, come si fa con le uova di struzzo. Come le campane piene di pelliccia di cinghiale, i due grandi mazzi di fiori che non stonano a confronto di quelli naturali.
Nella Sala della Terra, detta anche “degli Amorini” nel 1838 si celebrarono le nozze fra Mary Talbot e il Principe Filippo Andrea Doria V che in onore della moglie fece affrescare questo ambiente e quello vicino da Annibale Angelini scenografo e pittore perugino a servizio anche dei Borghese e di Gregorio XVI che gli commissionò il restauro delle Logge Vaticane. Al centro della scena i quattro elementi e l’alternarsi delle stagioni. I fiori e i frutti sono resi dal fiammingo Alexander Coosemans. E’in questo ambiente, sotto gli oculi decorativi del soffitto relativi ai quattro elementi e all’alternarsi delle stagioni e al succedersi del giorno e della notte, che si possono ammirare le opere dell’artista, le misteriose “Masks”, ampolle che conservano pelli di cinghiale.

Nella Sala dell’Aria, fra gli ambienti più enigmatici del palazzo, l’artista ha realizzato un’opera altrettanto enigmatica : tre globi vitrei con pelli di serpente color porpora. Un richiamo esplicito al dipinto di Bassano “Orfeo ammanta le belve al suono della lira”. Un rimando agli studi orfici confluiti nell’alchimia incantatore ed eroe dionisiaco e apollineo insieme.

Nella Sala del Fuoco domina la figura dell’uovo, simbolo di fecondità. resurrezione e vita. L’immagine dell’uovo, presente in tutte le cosmogonie, è anche ricettacolo di vita che assicura la successione della specie. In alchimia l’uovo rappresenta l’insieme ancora intatto degli elementi cosmici: il tuorlo corrisponde al fuoco, il guscio alla terra, l’albume all’acqua , l’aria è ciò che lo custodisce. La sua forma, priva di spigoli, senza principio né fine, è anche emblema di perfezione divina. In questo ambiente, tra motivi cristiani e pagani e un pianoforte sono esposte tre opere dell’artista dalla parvenza di marmi, ambre e frammenti sotto vetro.
Infine a chiudere lil percorso nel Palazzo (che può proseguire alla Fondazione di Santa Francesca Romana in Trastevere) la Sala dell’Acqua o Ninfeo di Diana, una vera stanza delle meraviglie. Anch’essa affrescata dall’Angelini con citazioni dalle Logge di Raffaello. Al centro della vasca in marmo circolare campeggia una creazione dell’artista. Sul soffitto, sopra la vasca, una scena mitologica relativa a Diana, signora degli animali e protettrice della natura.

Appartamenti Segreti Doria Pamphili Via del Corso 305 Roma
Orario di visita : da lunedì a giovedì 10.00 – 19.00, da venerdì a domenica 10.00 – 20.00.
Aperto il 25aprile. Fino al 27 aprile 2025.
Informazioni: www.florididoriapamphiljtour.com

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