Il Comune di Milano ha pubblicato il bando per i lavori di restauro della Sala delle Asse, a Palazzo Sforzesco, realizzata da Leonardo da Vinci. Oltre 900.000 euro la base d’asta.
Al via la fase finale del restauro della Sala delle Asse progettata Da Leonardo da Vinci per il Castello Sforzesco di Milano. Il Comune di Milano ha pubblicato il bando per i lavori di restauro degli affreschi con una base d’asta di 942.491,28 euro, auspicabilmente da concludere per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina in programma nel febbraio 2026. Le offerte dovranno arrivare entro le 13 del 20 gennaio, con apertura il giorno successivo, prima della verifica dell’idoneità dei partecipanti. La base d’asta è di 914.925,25 euro iva esclusa a cui si aggiungono 27.556 euro (anche in questo caso senza considerare l’iva) per gli oneri di sicurezza, che sono esclusi dai ribassi. La scelta avverrà in base all’offerta economica più vantaggiosa. Questa sarà l’ultima fase di un lungo percorso di studio, lavoro (e scoperta) iniziato nel 2006 in uno spazio che ha riservato più sorprese. La sala si trova nella torre angolare a Nord Est, la cosiddetta Falconeria.
Nel 2006 che sono istate avviate le analisi esplorative propedeutiche al restauro iniziato nel 2013 con la messa in sicurezza del monocromo di Leonardo e il lavoro esplorativo sulle pareti che ha portato alla luce i disegni preparatori del progetto decorativo in cui le pareti della sala dovevano magicamente ‘scomparire’, mostrando, sotto un gigantesco padiglione vegetale sorretto da 16 alberi di gelso moro, il paesaggio all’esterno, con in lontananza poche case, una chiesa e un campanile. Nel 2015, durante i sei mesi di Expo, la sala è stata aperta per permettere di ammirare, anche grazie a elementi multimediali, il ‘Leonardo ritrovato’ con una mostra che ha avuto 350mila visitatori. Nel 2019, in occasione dei cinquecento anni dalla morte del genio i lavori di ricerca e studio si sono fermati per permettere la visione della sala. Adesso, nel 2025, il restauro entra nel vivo con l’ultima parte dei lavori definitivi per la riapertura, che include il restauro conservativo della volta (che è dipinta e non affrescata), la messa in sicurezza delle opere a carboncino, il lavoro sul pavimento, per poi progettare l’allestimento
La storia della Sala delle Asse
Per cercare di individuare una cronologia storica dell’ambiente, si deve partire da una preesistenza trecentesca della sala e il successivo innalzamento della superficie nel Quattrocento: ciò indica come periodo di elevazione della volta quello tra la costruzione della torre, voluta da Francesco I, e l’insediamento del duca Galeazzo Maria Sforza nel 1467. L’attività di Leonardo da Vinci al Castello Sforzesco per conto di Ludovico il Moro è documentata tra il 1497 e il 1499, quando il duca è interessato al collegamento della decorazione tra i tre camerini che affiancavano la sala delle Asse, detti “Salette Nere”, e la sala stessa. Inoltre, in una lettera datata 21 aprile 1498 il cancelliere Gualtiero da Bascapè comunicò al duca che entro il settembre di quell’anno “Magistro Leonardo promete finirla per tuto Septembre, et che per questo si potra etiam goldere perché li ponti ch’el fara lasarano vacuo de soto per tuto”.
Il castello cambia la sua destinazione a partire dal Cinquecento, diventando una caserma dove i cavalli venivano alloggiati nella sala riadattata e scialbata, ovvero ricoperta nelle pareti di calce. Con la caduta degli Sforza s’inizia a perdere la memoria storica: l’assenza di una dinastia regnante che possa prendersi cura degli ambienti del castello e i saccheggi operati da parte dei francesi comportano l’inizio della decadenza. Una svolta si registra col matrimonio tra Francesco II e Cristina di Danimarca, che impose, per forza di cose, un restauro degli ambienti, ma successivamente, dal 1534 si perdono le notizie della sala perchè la corte, ormai spagnola, si trasferisce a Palazzo Reale. Le notizie riemergono nel 1710 in una relazione dello stato degli ambienti del castello, redatta per programmare i lavori di manutenzione, in cui si evince che sono state apportate modifiche alle finestre e le pareti sono state scialbate (ricoperte con strati di calce). Bisogna aspettare la fine dell’Ottocento per il restauro del Castello, progettato da Luca Beltrami, che coinvolse anche questa sala, dal soffitto a volte e lunette che venne ridipinto da Ernesto Rusca. Ed ecco da qui le sorprese e le scoperte, a partire dal monocromo di radici fra le rocce, il disegno finissimo poi attribuito a Leonardo, e l’esigenza di dare una degna ristrutturazione all’ambiente che ha una preziosa valenza artistica e culturale.