Il ricercatore Marco Scansani ha trovato la metà mancante di un’opera in terracotta del grande artista Donatello, in una collezione privata.
Il giovane ricercatore italiano Marco Scansani, 32 anni, assegnista di ricerca dell’Università di Trento, impegnato nel progetto Crete, finanziato dal PNRR, di mappatura delle terrecotte quattro-cinquecentesche in area padana, è riuscito a trovare la metà mancante di un’opera in terracotta di Donatello, all’interno di una collezione privata. Il ritrovamento è oggetto di un articolo pubblicato da “The Burlington Magazine”, rivista mensile di arte e storia, fondata nel 1903. Ma facciamo un passo indietro: nel 1916, durante i lavori di ristrutturazione della chiesa di Santo Stefano, fu rinvenuto metà di un rilievo in terracotta che gli studiosi attribuirono a Donatello e che fu donato al museo di Schifanoia a Ferrara. Appena 5 anni dopo il pezzo fu rubato e sparì per sempre. Per avere informazioni dettagliate a riguardo, preziose sono le parole di spiegazione del ricercatore: “All’inizio di quest’anno io che mi occupo di scultura rinascimentale in terracotta, nell’ambito del progetto Crete finanziato dal Pnrr, in una collezione privata di Ferrara ho trovato la metà mancante dell’opera andata perduta e il cui insieme raffigura il funerale della Vergine: il pezzo ritrovato mostra la seconda metà dell’opera del maestro. Nella stessa collezione sono presenti altre due terrecotte ritrovate da un avo dell’attuale proprietario in un pozzo di una casa privata: rappresentano due evangelisti e anche in questo caso si possono attribuire a Donatello”.
La datazione dell’opera è nel 1450 e secondo Scansasi questo collocamento temporale è probabile in quanto l’artista è documentato a Ferrara in quell’anno. In ogni caso non è chiara quale fosse la destinazione finale di questi lavori: sono bozzetti, piccole prove di studio per opere più importanti e nonostante questi fossero una tipologia diffusa nelle botteghe rinascimentali a noi ne sono arrivati pochissimi. Lo studioso ha inoltre aggiunto ulteriori parole riguardo all’usualità di Donatello di realizzare opere incompiute: “Non sappiamo a cosa fosse diretto lo studio preparatorio, sappiamo che Donatello lavorava abbastanza di frequente per opere mai portate a termine. Era abbastanza avvezzo a accettare commissioni e non portarle a compimento: del resto era una vera star in quel momento storico, tutti lo volevano dai Gonzaga agli Este. Lui andava dal migliore offerente ma si disamorava delle commissioni , per esempio sappiamo che avrebbe dovuto realizzare nello stesso anno l’arca di sant’Anselmo per il duomo di Mantova ma l’opera non vide mai la luce”.
La Madonna di via Pietrapiana nella shortlist degli Apollo Awards
A proposito di terracotta, la “Madonna di via Pietrapiana” è una lastra in terracotta, sempre di Donatello, risalente al 1450-1455 ca (86x64x12,5 cm), acquistata dal Ministero della Cultura, per una cifra pari a € 1.200.000, ed entrata a far parte della collezione del Museo Nazionale del Bargello all’inizio dello scorso novembre. La buona notizia che la riguarda è che l’opera è entrata ufficialmente nella shortlist degli Apollo Awards 2024, gli “Oscar” della cultura, organizzati dall’inglese Apollo Magazine, che tra le varie sezioni annovera anche quella per la migliore acquisizione al mondo dell’anno 2023. Sfortunatamente per noi italiani, il Museo Nazionale del Bargello è l’unico museo italiano ad essere stato selezionato, ma è comunque l’unico museo al mondo in cui è possibile seguire l’evoluzione di questa tipologia di rilievo peculiarmente fiorentina, grazie anche agli esempi illustri e di altissimo livello artistico di Luca della Robbia, di Michelozzo e Desiderio da Settignano, per citarne soltanto alcuni, e che ebbe avvio proprio dalle Madonne plasmate da Donatello. Le 12 opere d’arte papabili vincitrici sono opere acquisite nel 2023 da importanti istituzioni culturali internazionali come il Louvre e il Musée d’Orsay di Parigi, il Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery e il Victoria and Albert Museum di Londra. Una giuria di esperti dovrà scegliere tra queste opere il vincitore della competizione artistica, che verrà annunciato in occasione della cerimonia in programma a Londra il 21 novembre. Il rilievo è stato riconosciuto come autografo nel 1986 da Charles Avery e ritenuto tale anche dalla critica successiva. Ebbe grande fortuna ai suoi tempi, tanto che dall’originale furono derivate numerose copie, oggi conservate a Londra, a Berlino, e in altre città rispetto alle quali, però, la terracotta fiorentina si distingue per la qualità del modellato, pertanto si auspica che il prezioso valore che gli venne riconosciuto più di un secolo fa, sia lo stesso che merita di vedersi riconosciuto quest’oggi, in questi Awards, nel presente.