Le parole degli esclusi, tra bilanci e un po’ di amarezza
“Oggi è il mio ultimo giorno al Museo Nazionale Romano. Il Ministro della Cultura non ha ritenuto opportuno rinnovare il mio contratto alla direzione del museo. Quattro anni di grande lavoro, che ha portato a importanti realizzazioni, malgrado le condizioni difficili, dal Covid al rincaro dell’energia, nel contesto della generale carenza di personale e di riduzione degli stanziamenti di funzionamento”. Inizia così la lunga lettera aperta del direttore del Museo Nazionale Romano, Prof. Stéphane Verger, non riconfermato nell’incarico dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Non riconfermati altri tre direttori: Mario Epifani, di Palazzo Reale di Napoli, Annamaria Mauro – dei Musei nazionali di Matera – e Maria Luisa Pacelli, della Pinacoteca nazionale di Bologna.
Riconfermati gli altri direttori nominati nella stessa tornata del 2020: Francesca Cappelletti alla Galleria Borghese, Edith Gabrielli al Vittoriano-Palazzo Venezia, Luigi Gallo alla Galleria nazionale di Urbino, Francesco Muscolino al Museo archeologico di Cagliari e altri.Via ora ai nuovi bandi.
La lettera di Stéphane Verger
I direttori non riconfermati erano stati nominati nel 2020, quando Ministro della Cultura era Dario Franceschini. Erano in scadenza di mandato ma ci si sarebbe aspettati un rinnovo. La lettera di Verger, pubblicata da Archaeoreporter e da varie altre testate, lascia trasparire un po’ di amarezza. Verger fa riferimento a mostre importanti e a progetti di varia tipologia, per esempio “la progettazione complessiva e la messa in cantiere dell’ambizioso programma ‘Urbs. Dalla città alla campagna romana’ verso un nuovo Museo Nazionale Romano, lasciato oggi nelle condizioni di essere completato nei tempi previsti, per la fine del 2026. L’Altana restaurata di Palazzo Altemps. La pedonalizzazione del piazzale davanti al Museo dell’Arte Salvata, aperto nel 2022, grazie a una proficua collaborazione con Roma Capitale. L’entrata storica e le grandi aule delle Terme di Diocleziano, la sezione della prima Roma intorno al chiostro di Michelangelo. Il restauro delle facciate e l’adeguamento degli impianti di Palazzo Massimo. E la Crypta Balbi, lasciata all’abbandono per anni, pericolante, pericolosa, invasa da migliaia di cassette di materiale archeologico dimenticato da tutti. È stato un lungo percorso di messa in sicurezza, svuotamento ragionato, rilievo digitale, scavo archeologico, prima della progettazione complessiva di un nuovo quartiere culturale, con varie funzioni di ricerca, archivio, convivialità nel cuore di Roma. E con un percorso museale ampliato, fino alle vicende del ventesimo secolo, in prossimità del quartiere ebraico e del luogo di ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Oggi i cantieri di riqualificazione architettonica sono partiti, nelle condizioni di essere terminati come previsto nel 2026”.
Ancora Verger sottolinea: “Ringrazio sentitamente tutta la squadra e il personale del museo e gli amici romani e italiani che hanno sostenuto e apprezzato la mia attività. Un giorno di amarezza per le cose immaginate, progettate e in corso di realizzazione che non potrò seguire fino alla fine ma che spero non saranno abbandonate o stravolte. Un giorno di gioia anche all’idea di ritrovare Parigi e di riprendere lo studio e l’insegnamento all’École Pratique des Hautes Études, che mi mancavano e che saranno arricchiti dalla conoscenza intima e, mi sento di dirlo, esaustiva delle straordinarie collezioni del Museo Nazionale Romano”.
Mario Epifani: “Sono entrato a Palazzo Reale con l’obiettivo di restituire a questa residenza reale la sua identità originaria”
Lettera aperta ai cittadini di Napoli pubblicata sulle pagine social del Palazzo Reale di Napoli anche da parte di Mario Epifani: “Sono entrato a Palazzo Reale con l’obiettivo di restituire a questa residenza reale la sua identità originaria, nonostante abbia perso quel ruolo da oltre un secolo. Un lavoro svolto in maniera corale grazie a uno staff che è cresciuto e si è formato negli anni e a tutto il personale che voglio ringraziare per l’impegno ordinario e straordinario. Il ringraziamento per la collaborazione è esteso anche alle istituzioni, in primis al Ministero della Cultura, ma anche al Sindaco, al Prefetto, alle forze dell’ordine e alle università con cui abbiamo cooperato in questi anni. Fino a qualche anno fa il Palazzo era quasi sconosciuto persino ai napoletani, oggi è tornato a essere un simbolo della città riconoscibile a livello internazionale tanto da essere scelto come sede privilegiata di eventi di alto profilo istituzionale (G20, Summit dei Ministri della Cultura del Mediterraneo, conferenza UNESCO e G7 della Cultura e della Difesa) e di manifestazioni pubbliche fortemente attrattive (dai concerti nel Giardino Romantico al Campania Libri Festival, dal Casa Corriere Festival alla Repubblica delle Idee e alle celebrazioni per i 120 anni de Il Mattino). L’autonomia gestionale ha consentito al museo di moltiplicare il numero dei cantieri e quindi degli spazi e delle iniziative e di creare una struttura sempre più solida, che ha garantito una costante crescita del numero di visitatori”.
I numeri di Palazzo Reale di Napoli
Epifani evidenzia i grandi numeri portati a casa: “Lo scorso anno il Palazzo Reale di Napoli ha superato la soglia dei 435mila visitatori, registrando un aumento del al 27% rispetto al 2022, con un incasso superiore a un milione e 700mila euro, e risultando tra i primi dieci musei in Italia per incremento di visitatori e incassi. Nel 2019 i visitatori erano stati 272mila e il museo era al 26° posto nella top 30 dei musei più visitati: nel 2023 è salito al 19°. Con una progettazione articolata e una solida base di studi, indagini e ricerche sono stati valorizzati i suoi spazi, dedicandoli a mostre temporanee o permanenti, e creati nuovi spazi di accoglienza al pubblico, proponendo il Palazzo come nuovo polo culturale della città”.
I nuovi spazi di Palazzo Reale di Napoli
Ancora Epifani sottolinea i vari spazi aperti: “Negli ultimi quattro anni sono stati recuperati nuovi spazi aperti alla pubblica fruizione: la Galleria del Genovese e l’Androne delle Carrozze per le mostre temporanee, il nuovo allestimento del presepe settecentesco e i percorsi speciali che hanno reso accessibili il deposito della Foriera, il laboratorio di restauro, i sottotetti e il Belvedere. All’interno del complesso monumentale sono stati aperti tre nuovi spazi espositivi permanenti: la galleria del Tempo nelle scuderie borboniche, unico museo dedicato alla storia di Napoli a 2500 anni dalla sua fondazione, il Museo Caruso e il Museo della Fabbrica, che racconta i suoi quattro secoli di storia. Da quest’anno è stata accorpata sotto la direzione di Palazzo Reale anche una dimora storica come l’ottocentesca Villa Pignatelli sulla Riviera di Chiaia. Molti dei lavori condotti in questi anni sono stati finanziati con i 23 milioni di euro assegnati dal Ministero della Cultura a Palazzo Reale nel 2022 per il Piano Strategico ‘Grandi Progetti Beni Culturali. In questo quadriennio sono state organizzate otto mostre e realizzati numerosi interventi di restauro e riallestimento, gli ultimi dei quali sono lo Scalone d’Onore – che sarà completato alla fine di novembre – e il Giardino Romantico, che sarà restituito alla città in primavera. Dopo quattro anni è stata anche creata una nuova identità visiva con un marchio che rappresenta la sinuosa geometria di piazza del Plebiscito, ormai luogo iconico della città, che con il Palazzo Reale crea un abbraccio che evoca non solo la storia passata, ma anche il futuro. Ed è con questo abbraccio che ringrazio i napoletani e i turisti ai quali va il merito di aver portato nei loro occhi e nelle loro parole il Palazzo Reale di Napoli in giro per il mondo”.
Annamaria Mauro: “Sedermi alla direzione del Museo nazionale di Matera mi ha emozionata”
Annamaria Mauro si affida a una nota stampa pubblicata sui social dei Musei nazionali di Matera. Si legge: “Un percorso segnato da significative trasformazioni, che ha saputo imprimere una forte spinta verso l’innovazione e l’inclusività”. Spiega la Mauro: “Sedermi alla direzione del Museo nazionale di Matera con le sue straordinarie sedi, Palazzo Lanfranchi, Museo Archeologico Nazionale ‘Domenico Ridola’, Ex Ospedale San Rocco con annessa la Chiesa del Cristo Flagellato, mi ha emozionata e nello stesso tempo caricata di un grande senso di responsabilità. La mia voglia di fare e fare bene, la mia passione per il lavoro, la mia dedizione per i luoghi della cultura di questa città e il forte senso di appartenenza hanno contribuito alla conservazione delle collezioni e all’innovazione dei musei aprendoli alla contemporaneità”.
Il Museo nazionale di Matera in pillole
La Mauro durante la sua direzione, ha guidato il riallestimento del Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola, introducendo percorsi multisensoriali come ‘Tiresia, il mito tra le tue mani’, che offre un’esperienza accessibile anche a persone con disabilità visive, attraverso l’esplorazione tattile di antichi reperti della Magna Grecia. Sono inoltre citati i nuovi spazi espositivi dedicati alla Collezione Rizzon, che presentano vasi che illustrano vita e miti dell’antichità ma viene nominato nella nota stampa anche il fossile della balena Giuliana, oggetto di un lungo restauro. Menzionata anche la mostra permanente ‘A ci appartjn? Vicinati. Etnografie di oggetti’, che espone molte collezioni etnografiche appartenenti ai Musei nazionali di Matera, allestita all’interno della Chiesa del Cristo Flagellato dell’Ex Ospedale San Rocco. Sotto la direzione della Mauro, anche la riapertura di Palazzo Lanfranchi, varie mostre e la presenza di baby pit stop, oltre a una cura per l’accessibilità.
Maria Luisa Pacelli: “I progetti in corso sono tantissimi, ma spero che andranno avanti”
‘L’Ansa’ pubblica le dichiarazioni di Maria Luisa Pacelli: “Sono sotto shock. Non c’era alcun sentore. Da nominata, il 2 novembre 2020, ho tirato su un museo non ancora autonomo dal nulla, combattendo con la carenza di personale. Era finito in un cono d’ombra. Sono riuscita a contattare il direttore generale dei musei Massimo Osanna: ha detto che era dispiaciuto, ma che non c’era nulla da fare. Avrei voluto che a parlare per me fossero i fatti”. In un’intervista rilasciata all’edizione di Bologna del Resto del Carlino, la Pacelli evidenzia: “I progetti in corso sono tantissimi, ma spero che andranno avanti. A cominciare dalla mostra su Guido Reni che (in qualità di curatrice) presenterò il 15 novembre e il convegno che si terrà il 20 con la lectio magistrali su Carlo Cesare Malvasia. Sono appuntamenti a cui tengo moltissimo”. E ancora: “Uno degli obiettivi al cuore del mio lavoro era riconnettere la Pinacoteca con il quartiere e la città, valorizzando il grande patrimonio che contiene e riportare la gente, a cominciare dai bolognesi, dentro le sue sale. Un obiettivo a cui abbiamo lavorato molto, non solo con le mostre, che ci hanno dato grande soddisfazione, ma anche con le iniziative ’a latere’. A cominciare dall’accordo con l’ateneo che ha portato con successo le sue lezioni e i suoi docenti in Pinacoteca. Una grandissima opportunità sia per gli studenti, che vedono ’dal vivo’ quello che studiano, ma anche per chi viene ad ascoltare. Abbiamo messo in piedi grandi progetti di riqualificazione grazie ai fondi del Pnrr, non solo per la Pinacoteca ma anche per Palazzo Pepoli Campogrande, che avrei voluto veder sbocciare come uno dei principali poli della città, non solo per la bellezza degli affreschi, ma per la sua importanza nel ’700 bolognese. Il progetto, di certo, andrà avanti”.
Bando in preparazione
Intanto il bando è in fase di preparazione, come specificato da un comunicato del Ministero della Cultura. Si legge: “Il Ministero della Cultura si appresta a pubblicare un bando di gara internazionale per la selezione dei candidati a Direttore per i seguenti istituti di livello dirigenziale generale giunti a scadenza del proprio mandato o di nuova istituzione”, per poi elencare le principali istituzioni: i Musei reali di Torino, la Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello, il Parco archeologico del Colosseo, il già citato Museo Nazionale Romano e il Museo archeologico nazionale di Napoli. Si legge ancora: “A selezionare i candidati, i cui requisiti saranno esplicitati nel bando stesso, sarà una commissione di esperti di altissimo profilo attraverso una serie di prove in grado di evidenziare le necessarie competenze culturali e manageriali. Successivamente lo stesso iter verrà avviato per i seguenti istituti autonomi di seconda fascia”: il Complesso monumentale della Pilotta, i Musei nazionali di Ferrara, i Musei nazionali di Lucca, le Ville monumentali della Tuscia, il già menzionato Palazzo Reale di Napoli, i Musei nazionali del Vomero, i Musei e i parchi archeologici di Capri, il Castello Svevo di Bari, i già citatati Musei nazionali di Matera, i Musei nazionali di Bologna (dei quali la Pinacoteca fa parte), il Pantheon e Castel Sant’Angelo. Conclude la nota: “Nelle more della preparazione e dell’espletamento dei bandi, gli istituti continueranno a essere aperti, tutelati e valorizzati grazie a specifici direttori delegati”.