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L’Apollo del Belvedere torna ai Musei Vaticani dopo il restauro

da | 15 Ott 2024 | Arte e Cultura, Conservazione e Tutela

Dopo quasi cinque anni di accurato restauro, l’Apollo del Belvedere torna visibile ai Musei Vaticani. L’intervento si è soffermato sulla stabilità precaria della scultura.

Dopo quasi cinque anni, l’Apollo del Belvedere torna visibile al grande pubblico ai Musei Vaticani. La Direzione dei Musei Vaticani e dei Beni Culturali presenterà il progetto di restauro coordinato dal Reparto di Antichità Greche e Romane ed eseguito dal Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei in collaborazione con il Gabinetto di Ricerche Scientifiche. La scultura, ritrovata ad Anzio nel XIV secolo, ha subito vari restauri nel corso dei secoli: nel 1532 e nel 1924. Le ultime sistemazioni, compreso il restauro di mani e avambracci, sono del 1999. L’attuale intervento si è concentrato sul riequilibrio della scultura, con particolare attenzione alla gamba destra e all’intero supporto. La spesa è stata finanziata dai contributi dell’Art Conservation Project 2021 di Bank of America, con il generoso supporto del Capitolo italiano e internazionale dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums.

La storia dell’Apollo del Belvedere

La statua è composta da marmo bianco, è alta 224 centimetri, e rappresenta il dio greco Apollo, che ha appena ucciso con le frecce del suo arco il serpente Pitone, divinità ctonia originaria di Delfi. La scultura rappresenta una delle icone più celebri delle collezioni pontificie ed è considerata l’espressione più sublime del concetto di “bello ideale”, per l’armonia delle sue proporzioni. Noto anche come Apollo Pitico, risale al periodo post-ellenistico, dunque alla seconda metà del II secolo d.C., dopo la conquista romana della Grecia antica. Secondo alcuni studiosi fu ritrovato ad Anzio verso la fine del XV secolo, durante il Rinascimento, mentre secondo altri fu ritrovato a Genzano di Lucania. Nonostante si sia sempre pensato che la statua appartenesse a Giuliano Della Rovere, prima che venisse eletto pontefice col nome di Giulio II, il suo collocamento appariva confuso fino al 1986. Deborah Brown ha dimostrato che frattanto l’Apollo soggiornò nel giardino dei Santi Apostoli e non nella chiesa titolare, come presunto. La fama dell’Apollo era così tanto l’emblema della cultura europea, da incarnare valori di rinnovamento politico, etico e sociale dell’Occidente. A tal proposito, durante il periodo della rivoluzione francese, il vescovo Henri Gregoire si era così espresso davanti alla Convenzione del 1794, conferendo alla statua un ruolo politico e culturale: “Se le nostre armate vittoriose penetrassero in Italia, l’asportazione dell’Apollo del Belvedere e dell’Ercole Farnese sarebbe la più brillante delle conquiste. È la Grecia che ha ornato Roma: ma i capolavori delle repubbliche greche dovrebbero forse ornare il paese degli schiavi”.

La cerimonia di inaugurazione della scultura restaurata

Lunedì14 ottobre il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha presieduto alla cerimonia di inaugurazione del capolavoro. Alla presentazione hanno partecipato Barbara Jatta, Direttore della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali del Governatorato, Monsignor Terence Hogan, coordinatore dell’Ufficio delle relazioni con i Patrons of the Arts in the Vatican Museums, Giandomenico Spinola, vice Direttore artistico-scientifico della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, Claudia Valeri, del Reparto Antichità Greche e Romane. Erano presenti, tra gli altri, alcuni Direttori delle Direzioni del Governatorato, Guy Devreux, responsabile del Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei, Andrea Felice e Valentina Felici, del Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei, e Fabio Morresi, responsabile del Gabinetto di Ricerche Scientifiche. È intervenuta anche Sabrina Zappia, Presidente del Capitolo Italiano e Internazionale dei Patrons. Al termine della conferenza, nel Cortile Ottagono, dove è stato ricollocato l’Apollo, il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga ha proceduto allo svelamento ufficiale. Inoltre, martedì 15 ottobre, nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, dopo l’introduzione di Barbara Jatta e di Giandomenico Spinola, si è tenuta la conferenza sul tema “L’Apollo del Belvedere, restauro in equilibrio tra tecnologia e filologia”, durante la quale sono stati descritti dettagli degli interventi, in cui sono intervenuti Claudia Valeri, Guy Devreux, Andrea Felice, Valentina Felici, Fabio Morresi e Monsignor Hogan.

Queste le parole del Cardinale Vérgez Alzaga al momento dello svelamento ufficiale dell’Apollo: “Sin dall’inizio l’obiettivo comune è stato garantire stabilità alla statua intervenendo su di essa con ogni cautela. L’Apollo necessitava di un ulteriore supporto, per il quale ci siamo avvalsi di tecnologie e di materiali all’avanguardia. Una barra in fibra di carbonio leggermente arcuata è stata inserita nel basamento marmoreo, permettendo di alleggerire le fragili gambe dell’Apollo di circa 150 chilogrammi. Grazie alle operazioni di pulitura, altrettanto delicate e complesse, la superficie marmorea della scultura ha gradualmente riacquistato luminosità e vigore plastico; tra i riccioli è riemerso il colore violaceo che attesta la preparazione per l’applicazione della foglia d’oro sulle chiome. È dunque con rinnovata gioia che questa sera riconsegniamo agli occhi del mondo un Apollo splendente, radioso come quello di Omero, un capolavoro dell’arte e dell’ingegno che speriamo possa ancora sfidare il tempo per i secoli a venire”.

 

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