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Milano, Palazzo Reale apre le porte a Enrico Baj

da | 8 Ott 2024 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

La retrospettiva è organizzata a cent’anni dalla nascita

Milano celebra Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003), uno dei maestri della neoavanguardia italiana e internazionale, con un’ampia retrospettiva protagonista delle mostre d’autunno, studiata per ripercorrere tutti i temi e i soggetti della sua lunga e poliedrica esperienza. La retrospettiva BAJ. Baj chez Baj è aperta dall’8 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025. Baj torna a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, a cent’anni esatti dalla nascita e a dodici anni dall’esposizione, nella stessa sala, de I Funerali dell’anarchico Pinelli, che per la prima volta saranno integrati in un percorso antologico e in un dialogo con altri lavori del maestro.

Quasi cinquanta opere in esposizione

L’esposizione è costituita da quasi cinquanta opere che percorrono un arco temporale che dai primi anni Cinquanta raggiunge gli anni Duemila. È un vero e proprio viaggio che attraversa le fasi di ricerca dell’artista in diversi momenti del tempo: dal recupero del Dadaismo e del Surrealismo ai modi dell’arte Informale, dalla vicinanza al gruppo nordico di Co.Br.A alla genesi del movimento dell’arte Nucleare, che Baj fondò a Milano con Sergio Dangelo nel 1951. Partendo dall’astrazione gestuale degli esordi, passando per la nascita delle sue larvali figure antropomorfe e per l’eruzione delle montagne liquefatte nel corpo magmatico dei Generali, si tocca la parodia delle invasioni extraterrestri per approdare all’esercito dei Meccano e al mondo animato delle cassettiere e dei trumeau. Il progetto è promosso da Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale con Electa. La retrospettiva è curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj.

Ironia e grottesco per scardinare il conformismo borghese

L’artista ha utilizzato l’ironia e il grottesco per scardinare il conformismo borghese e schierarsi contro ogni forma di potere costituito. Ecco allora che i suoi personaggi animano una giostra di creature frutto dell’universo surrealista e fantascientifico: le Dame e i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili e i mostri dell’Apocalisse sono ormai entrati nell’immaginario comune. Baj è noto per la sua celeberrima estetica del ninnolo e della passamaneria, delle nappe e dei bottoni lucidi come mostrine sui petti tronfi dei suoi militari blasonati. Proprio questa visione è il filo conduttore destinato a cucire, per sezioni, i temi giganteschi della poetica di Baj, liberati da una rigida sequenza cronologica o di genere, con continui rimandi fra arte e letteratura, colori e parole, seguendo una sorta di sceneggiatura che suggerisce allo spettatore un tempo e uno spazio teatrali.

Dieci sezioni tematiche

Sono dieci le sezioni tematiche della mostra studiate come affondi nella riflessione dell’artista per illustrare lo sviluppo del suo pensiero e dei suoi soggetti dal forte potere immaginifico. L’allestimento, progettato da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura con la sponsorizzazione tecnica di UniFor per gli allestimenti, è pensato per armonizzare le opere dell’artista e il suggestivo contesto storico di una delle sale più iconiche del Palazzo: con un gioco di specchi esaltato dai colori e dagli specchi stessi realizzati dal maestro, si dipana nello spazio in un crescendo di forme e dimensioni fisiche delle opere monumentali, con soluzioni site-specific, come nel caso delle trecento sagome dell’Apocalisse oppure delle otto sculture della serie Meccano, disposte come un reggimento in parata. Il viaggio nel mondo di Enrico Baj è arricchito da una geografia personale, fatta di luoghi, episodi, incontri, prevalentemente ambientati sullo sfondo di una Milano passata dal boom economico agli anni di piombo, dai capricci della Milano da bere al nuovo millennio. Gli affondi intrecciano vita e arte; dalle strade di casa, in via Teullié e nello studio in via Bertini, agli anni della formazione in Brera, dagli spazi culturali, come il San Fedele che vide la nascita delle pittura nucleare, fino alla galleria Marconi, cenacolo fervido di stimoli e relazioni.

La ricostruzione scenografica dell’Apocalisse

Ad accogliere i visitatori nella sala del Lucernario, la ricostruzione scenografica dell’Apocalisse, un assemblaggio di figure immaginarie e oniriche in un polittico di quasi 100 metri quadrati, allestito in altezza, come ad evocare un’abside, ispirato idealmente al Giudizio Universale michelangiolesco, qui punteggiato di demoni goffi e beffardi, arrampicati e urlanti fino al soffitto. Dopo questa introduzione si susseguono: le Opere nucleari, gli Ultracorpi, le Parate, I funerali dell’anarchico Pinelli, i Generali, i Meccano, i Mobili, gli Specchi e le Dame.

I funerali dell’anarchico Pinelli tornano a 52 anni dalla loro realizzazione

I funerali dell’anarchico Pinelli rappresentano un capitolo di svolta fondamentale nel lavoro di Baj, un passaggio formale nella sua ricerca estetica, in direzione di una narrazione articolata, sempre più scenografica, con soluzioni ambientali e teatrali. L’opera è per la prima volta integrata in un percorso espositivo grazie a un dialogo puntuale con i Generali e con la Parata a sei che, in particolare, ne è il diretto antecedente, sia come studio formale ritmico della composizione, sia nella critica caustica a ogni forma di sopruso e militarismo. I Funerali tornano a Palazzo Reale, a distanza di 12 anni dall’esposizione ‘in solitaria’ in sala delle Cariatidi e a 52 anni dalla loro realizzazione, in un allestimento inedito che li vede inseriti come un tassello essenziale nell’evoluzione dell’opera del maestro. Accanto ai Funerali, alcune opere picassiane e alcune citazioni fra cui due esemplari dell’Apocalisse che li ricollegano idealmente alla lezione di Guernica.

Baj è anche a Savona e Albissola Marina

Baj è anche a Savona e Albissola Marina. Il catalogo unico edito da Electa In occasione del centenario della nascita dell’artista milanese, inaugura l’8 ottobre una mostra dedicata all’opera ceramica di Baj in tutto il suo sviluppo storico e cronologico, a cura di Luca Bochicchio. Sempre sotto il titolo di BAJ. Baj chez Baj è aperta al Museo della Ceramica di Savona, con una sezione anche al MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina – nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn. La collaborazione scientifica tra Milano e Savona, tra i curatori e le istituzioni coinvolti ambisce a disegnare due itinerari autonomi ma complementari, capaci di rendere omaggio al genio eclettico di Baj, documentati nel catalogo unico, edito da Electa, nel quale i due percorsi espositivi si dipanano fra luoghi, forme, materiali e incontri, percorrendo l’affascinante cosmogonia di Baj, epifania di intelligenza e creatività. Electa inoltre dedica a Baj un volume della sua collana A-Z, serie di lemmari monografici che raccontano figure eclettiche del Novecento.

Biografia in pillole

Enrico Baj nasce a Milano il 31 ottobre del 1924. Frequenta l’Accademia di Brera e contemporaneamente consegue la laurea in Legge. Nel 1951 promuove il Movimento Arte Nucleare con Sergio Dangelo e, in un secondo momento, con Joe Colombo; insieme abbracciano lo spirito d’avanguardia bohémien tipico dell’immediato dopoguerra. In questi anni di esordio, Baj partecipa ai movimenti d’avanguardia italiani e internazionali con mostre, pubblicazioni e manifesti, collaborando anche con Lucio Fontana, Piero Manzoni, Arman, Yves Klein, il gruppo Phases di Édouard Jaguer a Parigi, Asger Jorn e gli artisti del gruppo CoBrA. Nel 1953 con Jorn fonda il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, schierandosi contro la razionalizzazione e la geometrizzazione dell’arte. L’anno seguente organizza gli Incontri Internazionali della Ceramica ad Albisola. Nel 1958 tiene la prima personale a Parigi alla galleria Daniel Cordier, seguita nel 1959 da una seconda alla Galerie Rive Gauche e da altre due mostre alla Galerie Raymond Cordier e alla Galerie du Fleuve.

Il debutto a New York

Il suo debutto a New York avviene nel 1960, quando partecipa all’Esposizione Internazionale del Surrealismo, curata da André Breton e Marcel Duchamp presso la d’Arcy Gallery. L’anno seguente il suo lavoro è incluso nella mostra The Art of Assemblage, curata per il MoMA da William Seitz. Nel 1963 a Parigi conosce Max Ernst, che gli affitta il suo vecchio studio lasciato libero da Duchamp. Qui Baj abiterà e lavorerà per lunghi periodi fino al 1966. Già membro del Collège de Pataphysique di Parigi, fonda l’Istituto Patafisico Milanese insieme ad Arturo Schwarz, Paride Accetti, Roberto Crippa, Alik Cavaliere, con la presidenza del poeta futurista Farfa e l’intervento di Raymond Queneau. La Patafisica e il personaggio di Ubu saranno per Baj fonte di costante ispirazione. Nel 1964 viene presentata alla Biennale di Venezia una sala dedicata alla sua ricerca, cui seguono importanti personali, fra cui quelle allestite a Palazzo Grassi a Venezia, al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Musée de l’Athénée di Ginevra.

Le esposizioni

Numerosi sono i rapporti dell’artista con poeti e letterati italiani e stranieri, da Umberto Eco a Italo Calvino, da Edoardo Sanguineti a Guido Ballo, da Benjamin Péret a Roberto Sanesi e André Pieyre de Mandiargues. Nel 1974 nelle sale di Palazzo Reale a Milano ha luogo una retrospettiva con opere dal 1960 al 1974. Della mostra fa parte Nixon e Kissinger alla parata del Columbus Day, opera suggerita dallo scandalo Watergate, caso esemplare di corruzione e oscenità del potere. La mostra passerà poi al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e alla Kunsthalle di Düsseldorf. Negli anni Ottanta espone, fra gli altri, al Palazzo della Ragione di Mantova, al Center for the Fine Arts di Miami, al Forte di Bard, allo Studio Marconi, alla Galerie Beaubourg di Parigi, al Palazzo Rondanini di Roma e alla Marisa Del Re Gallery di New York. Ampie retrospettive seguono nel tempo a Locarno a Casa Rusca, a L’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt e al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza. Nel 1999 Baj realizza una serie di 164 ritratti ispirati ai Guermantes di Marcel Proust. Enrico Baj è anche scrittore e critico: autore di libri, collabora con le pagine di molti giornali e riviste. Baj muore a Vergiate (Varese) il 16 giugno del 2003.

Info orari. Da martedì a domenica ore 10:00-19:30, giovedì chiusura alle 22:30. Ultimo ingresso un’ora prima. Lunedì chiuso.

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