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Estate dei voli aerei partita male. Possibili richieste di risarcimento dai passeggeri per 15 mln

da | 10 Lug 2024 | Leggi e regolamenti, Turismo

Per il solo mese di giugno, secondo la stima raccolta dal dipartimento ricerca e sviluppo della claim company, ItaliaRimborso, la cifra totale dei rimborsi che i passeggeri potrebbero richiedere alle compagnie aeree per disservizi (un volo cancellato o di un volo in ritardo), potrebbe ammontare a 15 mln di euro. Secondo ItaliaRimborso, la cifra dei rimborsi potrebbe raggiungere anche i 60 milioni di euro.

Un trend in crescita nell’ultimo periodo e destinato ad aumentare nel corso dell’estate. Nel mese di giugno, i disagi aerei sono quasi raddoppiati rispetto al mese di maggio, con la prevalenza dei disservizi aerei provocati dalle compagnie aeree low cost, anche per il maggiore numero di voli operati rispetto ad altre compagnie. In altre situazioni, invece, gli aeroporti non sono pronti a ricevere il numero cospicuo di passeggeri che stanno volando nei cieli italiani.
Il più dei casi, la responsabilità ricade proprio sulle compagnie aeree ed i passeggeri si possono rifare sul Regolamento Europeo 261/2004, ottenendo una compensazione pecuniaria che va da 250 a 600 euro. Una sorta di risarcimento richiedibile se il volo in ritardo supera le tre ore, o, se il volo viene cancellato con un preavviso inferiore a 14 giorni, spiegail comunicato.

“Giornalmente- dice Felice D’Angelo, ceo di ItaliaRimborso- veniamo costantemente contattati dai passeggeri che ricevono un disservizio aereo per richiedere la nostra assistenza. Ciò che stiamo analizzando in queste settimane è qualcosa che va fuori dal normale, tanto da dover incrementare il personale in azienda. Le compagnie, infatti, spesso, lasciano il viaggiatore solamente con una mail ed il passeggero, così, non si trova preparato, non conoscendo i propri diritti.
I 15 milioni di euro richiedibili di risarcimento per i viaggiatori, per il solo mese di giugno, sono la testimonianza dei pesanti disservizi aerei di questi giorni”.

Da precisare che, in situazioni di sciopero, il passeggero non può richiedere la compensazione pecuniaria, ma può ottenere il rimborso delle spese sostenute per giungere a destinazione. Tra queste rientrano quelle per il trasporto, le eventuali notti in hotel e pasti. “Nei casi di scioperi- dice ancora D’Angelo- il passeggero può subire un ritardo o una cancellazione del volo. Il viaggiatore, qualora non riprotetto dal vettore aereo con un nuovo volo, può sicuramente sostituirsi alla compagnia aerea e sostenere tutte le spese per raggiungere la meta prefissata. In questo caso sarà poi possibile avviare un reclamo di rimborso, rivolgendosi direttamente al vettore aereo, ad un claim company o ad un proprio legale di fiducia”.
Se da un lato la normativa europea garantisce i diritti ai viaggiatori, dall’altro, la realtà dei fatti è spesso complicata.
La riforma Cartabia, ad oltre un anno dell’entrata in vigore, ha modificato il processo civile anche davanti al giudice di pace, introducendo l’obbligatorietà della conciliazione. Spesso a danno dei passeggeri aerei costretti ad attendere tre anni per ottenere un indennizzo che, nella maggior parte dei casi, è di 250 euro. Il tutto a beneficio dei vettori, con le società lowcost in prima fila.

L’Ordine degli Avvocati di Milano, congiuntamente a quello di Roma e di Napoli hanno già scritto al ministro Nordio una nota ove evidenziano la necessità di ritornare allo strumento di citazione quale atto introduttivo del giudizio.( fonte Dire)

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