Ministero della Cultura, in vigore dal 18 maggio la nuova organizzazione

da | 20 Mag 2024 | Arte e Cultura

Il 18 maggio è entrato in vigore il Regolamento di organizzazione del Ministero della Cultura approvato a novembre. Quattro titoli e quaranta articoli per il nuovo piano che prevede un’articolazione in quattro dipartimenti, laddove la precedente struttura era invece suddivisa in 26 direzioni generali, tra centrali, periferiche e uffici dotati di autonomia. I dirigenti dei nuovi dipartimenti saranno di nomina diretta del Ministro, mentre sarà soppressa la figura del Segretario Generale. Le Direzioni generali invece passano a 13, con la creazione della Direzione generale Affari europei e internazionali e della Direzione generale per la digitalizzazione e la comunicazione.

Come cambierà il Ministero

Nello specifico, dunque, il Ministero si è diramato in quattro Dipartimenti: DIAG – Dipartimento per l’amministrazione generale con funzioni trasversali, DIT – Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale e del Paesaggio, DIVA – Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, DIAC – Dipartimento per le attività culturali. Ogni dipartimento coordina direttamente uffici di livello dirigenziale generale.

DIAG

Il DIAG è articolato in quattro uffici di livello dirigenziale generale: Direzione Generale RUO – Risorse umane e organizzazione, DG BPM – Bilancio, programmazione e monitoraggio, DG AEI – Affari europei e internazionali, DG DCO – Direzione generale Digitalizzazione e comunicazione. Tra le sue competenze, rientra anche il controllo sulle società in house del Ministero, come Ales, la società che fornisce servizi ai musei, e Istituto Luce Cinecittà.

DIT

Il DIT è articolato in tre uffici dirigenziali di livello generale: DG ABAP – Archeologia, belle arti e paesaggio, DG ARC – Archivi, e la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, che opera nell’ambito del DiT come articolazione organizzativa. Esercita le competenze del Ministero in materia di tutela dei beni culturali, dei beni di interesse archeologico, anche subacqueo, di beni storici, artistici, demoetnoantropologici, architettonici e del patrimonio immateriale.

DIVA

Il DIVA è articolato in 15 uffici dirigenziali di livello generale: la Direzione generale Musei (MUSE) e 14 musei e parchi archeologici dotati di autonomia speciale – tra cui, per esempio, la Reggia di Caserta, gli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca di Brera e il Museo di Capodimonte di Napoli – che operano, come articolazioni organizzative, nell’ambito del DIVA. Il DIVA si occuperà delle collezioni dei musei e luoghi della cultura statali, oltre che del coordinamento del sistema museale nazionale.

DIAC

Il DIAC – Dipartimento per le attività culturali è articolato in quattro uffici dirigenziali di livello generale: DG SPE – Spettacolo, DG CA – Cinema e audiovisivo, DG CREA Direzione generale Creatività contemporanea (il precedente acronimo era DGCC), DG BIC Biblioteche e istituti culturali. Il DIAC si occupa inoltre anche della promozione dello spettacolo, delle attività teatrali, musicali, di danza e delle attività cinematografiche, oltre che della promozione delle produzioni cinematografiche, audiovisive e radiotelevisive.

Le prime criticità smosse

Il nuovo regolamento ha già smosso alcune critiche. Il timore è che nonostante nel nuovo regolamento la distinzione tra gli ambiti del Ministero della Cultura sembra essere diventata piuttosto netta, per esempio con l’introduzione di una “filiera” separata tra la tutela e la valorizzazione, nella pratica le cose potrebbe farsi complicate, con rischi di sovrapposizioni e quindi anche di nodi burocratici. Inoltre, il parere evidenzia altre criticità come il numero delle poltrone dirigenziali. Difatti, nel documento si legge che sono aumentate le posizioni di livello generale (da 27 a 32) e di livello non generale (da 192 a 198), rispetto alla precedente organizzazione. Ci si chiede quindi, all’aumentare dei dirigenti quali saranno i costi reali della nuova struttura del Ministero e quale sarà la sorte degli attuali dirigenti generali?

Clicca sul Banner per leggere Territori della Cultura n° 59