fbpx

Turismo, Enit: l’Italia più conveniente delle altre mete europee

da | 30 Apr 2024 | Turismo

Santanchè: ‘Turismo lento viaggia veloce’. In Italia vacanze sostenibili e active

L’Italia è più conveniente rispetto ad altre mete europee di solito ritenute low cost come la Slovenia e la Grecia. Lo rivelano i dati raccolti dall’Ufficio Studi Enit con Remtene che restituiscono un quadro di totale attrattività del costo del soggiorno per la settimana dei ponti fino al 5 maggio.

Sfatato il mito dei prezzi record

La competitività delle strutture ricettive del Bel Paese è evidente non solo nelle città d’arte, in cui il prezzo medio di una doppia in hotel di categoria medio-alta conviene più delle capitali di altre nazioni europee sui 244 euro (241 euro in Spagna), ma anche al mare (158 euro in Italia, 154 euro in Slovenia) e in montagna, dove il prezzo della doppia si attesta in media a 169 euro contro i 200 dell’Austria e i 216 della Svizzera. Lo stesso vale per i laghi con un prezzo medio di 165 euro contro i 202 della Svizzera.
Ancora più vantaggiosi i prezzi dei B&B: nelle città d’arte l’Italia è al quarto posto dopo Svizzera (136 euro), Benelux, e Austria con 124 euro a doppia, quarta anche per il lago con 120 euro a camera (dopo Svizzera a 144 euro, UK e Austria), ma è al mare che i prezzi italiani si distaccano maggiormente, con 107 euro a camera contro i 123 della Slovenia. Infine, anche in montagna il prezzo si attesta a 124 euro contro i 131 euro dell’Austria e i 141 euro della Svizzera.

Saturazione del ricettivo

L’Italia si conferma tra le destinazioni più ambite durante i ponti di Primavera, facendo registrare una saturazione del ricettivo venduto online sulle OTA.
Secondo i dati raccolti dall’Ufficio Studi ENIT su dashboard Data Appeal, le città d‘arte hanno già riempito come lo scorso anno al 50% totale tutte le loro strutture ricettive per i ponti dal 25 Aprile fino al 1° maggio (59,4% nelle locazioni brevi), con punte più alte nella giornata del 26 aprile quando arrivano al 60% del totale disponibile.
Seguono i soggiorni della montagna, che vende in media nazionale, in linea col 2023, il 46,9% (47,8% in hotel e similari) della ricettività proposta sui portali web.
Anche i laghi crescono ulteriormente rispetto allo scorso anno (+0,7%), sfiorando il 58% nella giornata del 26 aprile.

Flussi aereoportuali

Tra il 21 aprile e il 5 maggio sono attesi in Italia 293 mila viaggiatori aeroportuali: oltre 235 mila passeggeri di provenienza internazionale, ossia l’80,3% del totale, ai quali si aggiungono circa 58 mila italiani (19,7%).
Nel complesso, la finestra di prenotazione dei voli (effettuata tramite GDS) è di 70 giorni, per un soggiorno che si estende in media fino a 9 notti.
Gli statunitensi continuano ad essere i visitatori più assidui. Per il periodo considerato, risultano confermate circa 32 mila prenotazioni aeree dagli Stati Uniti verso l’Italia, il 13,3% sul totale estero. Seguono i visitatori in arrivo da Germania (7,3%), Francia (6,0%) e Spagna (3,7%) che insieme rappresentano il 17 % del totale aeroportuale internazionale, in linea con il 2023.
“Le presenze si consolidano, l’Europa si conferma tra i nostri principali mercati con Germania e Francia in testa e nonostante il meteo incerto il trend è di vivere il viaggio open air. Torna la Cina al quinto posto tra i Paesi di provenienza internazionale e tutti i mercati long haul soprattutto gli Stati Uniti e in particolare da Los Angeles, Chicago, Boston e Miami. I turisti si fermano per almeno 13 notti con un picco di arrivi previsto per il 27 aprile (10,5%). Roma e Milano attendono
rispettivamente l’11,6% e il 10,6% dei flussi da Shanghai, il 10,2% e il 7,5% degli arrivi da Pechino. Da Wenzhou, invece, Milano riceve l’8,3% dei passeggeri, mentre Roma FCO il 6”, ha dichiarato Alessandra Priante, Presidente ENIT.

L’ascesa del turismo lento

I ponti di aprile e maggio restano un momento di svago che unisce la voglia di turismo active con quella di scoperta dei luoghi e delle culture.
I viaggiatori sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e sostenibili che ben si coniugano con il cosiddetto ‘turismo lento’: una tipologia di turismo relativamente giovane per il nostro Paese, ma che ha avuto un forte impulso a partire dalla pandemia quando, a un nucleo consolidato di praticanti, si sono aggiunte tante altre persone, spinte dal bisogno di contatto con la natura e dal desiderio di conoscere l’Italia sotto un diverso punto di vista, esplorando nuovi percorsi in contesti ambientali e paesaggistici davvero suggestivi.
Il turismo lento (a piedi o in bicicletta) rappresenta, dunque, un segmento in forte ascesa che favorisce anche la sostenibilità soprattutto in termini di destagionalizzazione, decongestione dei flussi e creazione di nuove opportunità di lavoro.
In Italia sono stati stimati circa 3,6 milioni di praticanti (coloro che hanno già fatto un’esperienza di questa tipologia di turismo e che vorrebbero farla in futuro), in Francia 4,8 milioni, 5,6 in Germania e 7,1 nel Regno Unito. Per tutti questi mercati, il Paese preferito per una vacanza lenta è sempre l’Italia. Le regioni scelte dagli italiani vedono al primo posto il Trentino-Alto Adige (seguito da Toscana, Umbria e Sicilia), i francesi e gli inglesi la Sicilia (e al secondo posto la Toscana) e i tedeschi la Toscana, seguita dalla Sicilia.
Anche il turismo escursionistico (un turismo itinerante, svolto prevalentemente a piedi in contesti generalmente rurali o montani) sta conquistando fette di mercato e in Italia sono stati stimati 2,7 milioni di praticanti,  grazie anche ai tanti cammini di cui le regioni italiane sono testimoni nei secoli, come la via Francigena che proprio tra aprile e maggio vede il culmine dei suoi visitatori – giovani (22%) o maturi (21,4%) – provenienti da 55 Paesi stranieri.

 Santanchè: ‘Dal Ministero 19 milioni per i cammini’

Oggi più che mai, il turismo lento, con il suo legame intrinseco alla sostenibilità, rappresenta un vantaggio competitivo per la nostra Nazione : “Promuoverlo non significa guardare al presente, ma soprattutto al futuro del settore. Questo segmento non è soltanto una tendenza in crescita, ma è diventato un pilastro strategico per lo sviluppo turistico dell’Italia. Il Ministero del Turismo, consapevole della centralità che questo comparto riveste all’interno dell’ecosistema turistico, ha destinato finanziamenti mirati per sostenerlo: dai 42 milioni di euro per il turismo sostenibile fino ai 19 milioni di euro per i cammini religiosi che costituiscono un’occasione preziosa in vista del Giubileo 2025, che vedrà arrivare oltre 30 milioni di turisti nella sola capitale. Un appuntamento, questo, che non deve farci trovare impreparati. Invece, dobbiamo lavorare insieme – ministero, Regioni e gestori dei cammini – stabilendo una tabella di marcia di interventi in tema di percorribilità, segnaletica, servizi accessori e campagne di comunicazione mirate”, ha dichiarato il ministro del Turismo Daniela Santanchè.
L’importanza di sviluppare il turismo legato ai cammini risiede nel fatto che questa forma di turismo offre un’esperienza unica, arricchente e sostenibile sia per i viaggiatori che per le comunità locali.
Si riscontra, tuttavia, che in specifici punti tappa lungo i cammini sia ormai esaurita la disponibilità di posti letto: questo aspetto mette in luce come ci siano certamente ancora margini per incrementare l’offerta locale, prevalentemente costituita da strutture extralberghiere, a fronte di una crescente domanda di turismo a piedi.

 

Clicca sul banner per leggere Territori della Cultura