Impressionisti: l’alba della modernità . In mostra oltre 160 opere di 66 artisti

da | 16 Apr 2024 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

La grande mostra antologica dedicata agli Impressionisti, aperta al Museo Storico della Fanteria fino al 28 luglio, celebra i 150 anni del movimento impressionista inteso come “l’Alba della modernità”. Si lega alla prima mostra impressionista organizzata dal fotografo Nadar a Parigi il 15 aprile 1874. Non è la prima iniziativa del genere ospitata nella sede di Santa Croce in Gerusalemme. Ce n’è già stata una l’anno scorso dedicata al maestro della Pop Art Andy Warhol, curata da Achille Bonito Oliva e se ne prevedono altre prossimamente.
L’esposizione, prodotta da Navigare srl e organizzata con il supporto scientifico di Gilles Chazal (ex direttore Musées du Petit Palais, Membre école du Louvre), di Vincenzo Sanfo (curatore di mostre internazionali, esperto di Impressionismo) e Maithé Vallès -Bled (ex direttrice Musèe de Chartre e Musée Paul Valéry), e diretto da Vittorio Sgarbi, presenta una vasta panoramica di dipinti, disegni, acquerelli, sculture, ceramiche, incisioni e filmati d’epoca di artisti notissimi e meno conosciuti che contribuirono, sperimentando tecniche diverse e stili differenti a creare quella temperie spirituale che avrebbe contraddistinto l’Impressionismo. Artisti che ebbero la ventura di partecipare alle otto mostre che vennero organizzate a Parigi fino al 1886.

L’esposizione
Con oltre 160 opere di 66 artisti, fra cui spiccano nomi grandissimi, da Renoir a Manet, a Degas, a De Nittis… (tutte provenienti da collezioni non statali, ma private (francesi e italiane), la mostra antologica offre uno spaccato interessante e ampio del movimento artistico che tanto peso ha esercitato sull’arte e sulla cultura europea del tempo.
La sezione di apertura, partendo da Ingres, ripercorre il fermento che attraversò il mondo dell’arte parigino di fine ottocento incasellato in una visione accademica regolata dal meccanismo del Salòn che non accettava novità e sperimentazioni. La rivolta nei confronti dell’imperante accademismo sfociò nella scelta di tematiche diverse, rivolte al mondo reale. Grazie a pittori come Delacroix, Courbet, Millet, Corot gli artisti uscivano dagli atelier e si confrontavano con una società in profonda trasformazione.
La mostra, incentrata sugli oltre cinquanta artisti che hanno partecipato alle otto mostre ufficiali, alcuni mai presentati in Italia, intende far conoscere al grande pubblico non solo la rivoluzione della pittura, ma anche i cambiamenti che rivoluzionano la società del tempo. Nascono in quegli anni l’elettricità, i primi voli aereostatici, la grande industria, i tram che sferragliano in città, i grandi collegamenti ferroviari, la fotografia, il cinema. E in occasione dell’Esposizione Universale agli Champs de Mars, come ingresso alla Mostra, sorge la Tour Eiffel, allora la struttura più alta del mondo, costruita in tempi record, dal 1887 al 1879, per celebrare il centenario della Rivoluzione Francese. Novità che incideranno profondamente sul modo di essere, di pensare e di fare arte. Che non sarà più soltanto il frutto del lavoro in accademia, ma di sperimentazioni e di nuove tecniche, riflesso della temperie spirituale di una società che cambia.
Nell’esposizione di S. Croce in Gerusalemme spiccano geni del calibro di, Manet, Renoir, Degas di cui sono in mostra alcune delle celebri “Ballerine “in bronzo, e dell’italiano De Nittis (“il pittore della vita moderna”, a cui proprio in questi giorni Milano in Palazzo Reale dedica una grande esposizione), documenta le origini e la storia di un nuovo modo di fare arte influenzato dall’anti accademismo e dalle innovazioni di un’epoca in profonda trasformazione. La mostra ripercorre la storia dell’Impressionismo a partire dalla prima rassegna fino all’ottava. La prima fu Organizzata da Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro e Berthe Morisot. Non vi partecipò Manet, considerato l’ispiratore del gruppo, perché voleva essere accettato dalla pittura ufficiale e accademica del Salòn. Tanto che si trasferì ad Argenteuil per dipingere en – plein- air. Fu allora che la critica formulò il termine “impressionismo” in riferimento ai dipinti esposti nel quartiere di Batignolle, riferendosi in particolare a “Impression, soleil levant” di Claude Monet.

I tre percorsi della mostra

La mostra è suddivisa in tre percorsi: il primo è dedicato ai precursori, da Ingres a Géricault, Delacroix, Courbet, Millet, all’Ecole de Barbizon, il secondo si apre sul mitico studio di Nadar e sulle sue fotografie e ripercorre la storia delle otto mostre ufficiali a partire dalla prima. Il terzo percorso, forse il più interessante, è dedicato al post impressionismo. A quegli artisti, che pur non avendo partecipato alle mostre ufficiali, ne hanno percepito le istanze. Come Toulouse Lautrec, Utrillo, Vlaminck, Cahours, Permeke…Con un’attenzione particolare alle tecniche utilizzate e sperimentate dai protagonisti: dal pastello, al disegno, alla ceramica, alla scultura, all’acquaforte, alla litografia, fino alla sperimentazione della fotografia che sta muovendo i primi passi.

Purtroppo, al di là delle buone intenzioni, del valore di moltissimi artisti, lo spazio espositivo appare totalmente inadeguato al numero delle opere. Ci si muove lungo stretti corridoi intervallati da piccole stanze riempite all’inverosimile di dipinti, stampe, sculture, fotografie, schermi… e rari e striminziti pannelli informativi. Un modo di esporre che annulla il piacere della scoperta nell’orgia della quantità in cui potrebbe esserci tutto e il contrario di tutto. Sulla scelta meditata sembra avere avuto la meglio l’accumulo.

Museo Storico della Fanteria, Piazza Santa Croce in Gerusalemme.9 Roma
Orario : da lunedì a venerdì 9,30 – 19, 30; sabato, domenica e festivi 9,30 – 20,30
Fino al 28 luglio 2024
Prevendita on-line: ticketone. it
Info: www.navigaresrl.com

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