Come facilmente prevedibile, è in arrivo l’ennesimo ricorso per l’annullamento del bando per l’assegnazione dei servizi di biglietteria al Colosseo. Continua così il “bando beffa” che da anni oramai viene redatto da Consip, incaricata del Ministero della Cultura (MiC), pubblicato e immediatamente contestato dalle imprese interessate al bando che ottengono, l’annullamento dal Tar o dal Consiglio di Stato. E si riparte di nuovo, si riscrivono i bandi, gli anni passano e le imprese restano a gestire i servizi di proroga in proroga. Nel frattempo, Dario Franceschini ha liberato la scrivania per lasciare il posto a Gennaro Sangiuliano lasciandogli però lì, agonizzante, il “caso” irrisolto.
Il ricorso di Federculture
Il 7 ottobre 2022 è stata pubblicata l’ennesima versione del bando, di durata quadriennale, per il solo servizio di biglietteria e oggi, dopo circa 40 giorni e con le offerte già pervenute, ecco l’annuncio del ricorso. Questa volta ad annunciarlo è Federculture. Fa sapere Federculture con un comunicato di aver “ inviato al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al Capo di Gabinetto del MiC, alla Consip, al direttore del Parco Archeologico del Colosseo, e per quanto di competenza al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, un formale atto di significazione relativamente al bando per l’aggiudicazione del servizio di biglietteria presso il Parco Archeologico del Colosseo, pubblicato il 7 ottobre 2022.”. Nell’atto, prosegue il comunicato, redatto dallo studio legale Passalacqua, si individuano “profili di illegittimità originaria e di responsabilità per danni nei confronti di Federculture e delle imprese associate”.
Questa volta il problema è il CCNL da applicare ai dipendenti dell’impresa che vincerà il bando; non è da escludere che la stessa iniziativa, con motivazioni diverse, arrivi a breve, anche da altre imprese, come avvenuto per i precedenti bandi poi ritirati.
Le motivazioni
Federculture aveva già rilevato in occasione della pubblicazione del bando, il fatto che all’art. 26, con riferimento all’applicazione della c.d. clausola sociale di cui all’art. 50 del Codice dei contratti pubblici, si faccia esplicitamente riferimento al CCNL Servizi di pulizia e servizi integrati/Multiservizi “opera una incomprensibile e illegittima scelta in favore di CCNL estraneo al settore per cui è stata azionata la procedura concorsuale, con evidenti e dannose ricadute sulla esponente Organizzazione datoriale”.
Federculture, infatti, – in quanto soggetto rappresentativo e titolare del primo e più rilevante Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro specifico per i lavoratori del settore culturale, ma anche rappresentativo della più rilevante rete di operatori del settore – sottolinea che nel bando “alcuna menzione è riservata al CCNL di settore più rappresentativo, conferente e risalente, sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, ed avente ad oggetto esattamente – tra gli altri – i servizi per cui è stata indetta la procedura”.
Data la rispettiva natura e settore di applicazione dei due contratti, dunque, “è di tutta evidenza che la indicazione del CCNL Servizi di pulizia e servizi integrati/Multiservizi quale fonte regolatrice privilegiata (rectius: esclusiva) costituisce, oltre che una lesione della rappresentatività e dell’interesse associativo di Federculture, anche una scelta irragionevole e lesiva del prevalente interesse pubblico connesso alla implementazione di un servizio rivolto a creare una infrastruttura di eccellenza nella erogazione di attività strettamente connesse alla valorizzazione, ma anche alla tutela, del bene culturale”.
Ma con una singolare coincidenza temporale giunge una sentenza del Tribunale di Trento che riconosce al lavoratore di una cooperativa operante nell’ambito museale, il diritto di ricevere un trattamento pari a quello più favorevole nel settore, facendo un esplicito riferimento CCNL di Federculture.
Il presidente di Federculture, Andrea Cancellato «Invita il Ministro Sangiuliano a prendere seriamente in considerazione la possibilità di sospendere il bando appena pubblicato per i servizi di biglietteria del Colosseo e aprire un tavolo di confronto che avvii la stagione del rinnovo degli appalti in tutti i luoghi della cultura in base a principi di correttezza e equità di trattamento per i lavoratori e di omogeneità per le aziende e qualità del servizio, uscendo dalla logica del maggior ribasso». «La sentenza appena emessa dal Tribunale di Trento» aggiunge Cancellato «è l’ulteriore conferma di quanto emerge in vertenze ormai diffuse in varie zone del Paese, cioè la necessità definire in termini chiari un quadro regolamentare per i rapporti di lavoro nel variegato mondo dell’imprenditoria culturale».
I dipendenti e la clausola sociale
Ne abbiamo scritto nei precedenti articoli relativamente al problema della stabilizzazione dei lavoratori quando e se avverrà il cambio di gestore del servizio. L’allora ministro Dario Franceschini aveva assicurato i lavoratori che, con la clausola di salvaguardia sociale, il personale sarebbe stato assorbito dal prossimo concessionario. Invece pare proprio che non sarà obbligatorio. Tra i “chiarimenti” pubblicati sulla piattaforma Consip, in risposta alle domande poste dalle ditte interessate, si trova in effetti una precisazione che ha scatenato l’allarme tra i lavoratori: «Il riassorbimento del personale – si legge – è imponibile nella misura e nei limiti in cui sia compatibile con il fabbisogno richiesto dall’esecuzione del nuovo contratto e con la pianificazione e l’organizzazione definita dal nuovo assuntore». Il futuro concessionario, quindi, pare essere tenuto a mantenere solo quelle figure professionali di cui avrà effettivamente bisogno per la biglietteria e il controllo degli accessi, che sono gli unici servizi oggetto dell’appalto. Questo, ovviamente, non garantisce la continuità occupazionale di tutti i lavoratori coinvolti che chiedono certezza per il futuro e attendono risposte dalle istituzioni.
Dopo circa 10 anni di tentativi anche questo bando potrebbe essere annullato come i precedenti, viziati da errori, bocciati ogni volta dal Tar e dal Consiglio di Stato. Saprà, il Ministro Gennaro Sangiuliano, individuare finalmente un percorso corretto e certo, per rinnovare, tramite evidenza pubblica, la gestione dei servizi al Colosseo ed interrompere così il protrarsi di questa situazione “inadeguata” o chiamerà in soccorso la solita Ales (società di proprietà pubblica controllata dal Mic)? No, buona la prima.