Coronavirus, Emilia-Romagna chiede a Franceschini un “bonus vacanze” per salvare turismo

da | 2 Apr 2020 | Leggi e regolamenti, Turismo

La Regione Emilia-Romagna ha fatto sapere di aver approvato un provvedimento che sposta in avanti scadenze e adempimenti per il settore turistico. A partire dalle attività di promozione turistica alle rievocazioni storiche, alle strutture ricettive, ai contributi per impianti e stazioni sciistiche, al commercio su aree pubbliche e l’assegnazione dei posteggi liberi nei mercati e nelle fiere, al sostegno agli azionisti danneggiati dalle crisi bancarie.

Inoltre l’Emilia-Romagna chiede al Governo, anche a nome delle altre Regioni, un pacchetto di misure a sostegno dell’industria turistica e di tutto il comparto, gravemente colpito dall’allarme coronavirus e dalla crisi economica che ne consegue.

Tra gli interventi richiesti, un “bonus vacanze” per ampliare la domanda interna e aiutare grandi e piccole attività a rimettersi in moto, aiuti ai lavoratori stagionali, che rappresentano la maggior parte degli occupati del settore, provvedimenti per immettere liquidità attraverso proroghe fino a dicembre dei pagamenti di varia natura.

Ad avanzare le richieste delle Regioni è stato l’assessore regionale al turismo e commercio dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini che ha scritto al ministro per i Beni culturali e turismo Dario Franceschini.

“Servirà tempo, lungimiranza, visione strategica e un grande patto fra Istituzioni, cittadini, sindacati e associazioni di categoria per affrontare la fase della ricostruzione sociale ed economica – afferma Corsini -. L’industria turistica è il comparto che più di ogni altro ha subito e subirà un contraccolpo negativo, in alcuni casi devastante, in seguito al diffondersi del Covid-19”.

“Le giuste misure prese per arginare la diffusione del virus – prosegue Corsini – impediscono il movimento delle persone e va da sé che il turismo, essendo legato agli spostamenti, ora è in ginocchio e domani risulterà fortemente penalizzato. Come Commissione turismo delle Regioni italiane abbiamo avanzato una serie di proposte emendative al decreto ‘Cura Italia’ che partono dall’inspiegabile mancanza di un articolo dedicato alle misure di sostegno al settore che, ancorché insufficienti, sono presenti in diverse parti del decreto”.

Sempre con l’obiettivo di un’azione coordinata, Corsini chiede l’istituzione di una cabina di regia sul turismo per affrontare i prossimi mesi guidata dal Ministero con la partecipazione di Regioni e associazioni di categoria.

Per quanto riguarda la Regione Lazio anche Stefano Fiori, presidente della Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero di Unindustria, dichiara: “Gli impatti drammatici del Coronavirus stanno incidendo in maniera devastante sul settore turistico, che è uno dei driver fondamentali dell’economia di Roma e del Lazio. Di fronte ad una situazione eccezionale bisogna intervenire con misure altrettanto eccezionali per dare immediatamente un aiuto concreto al settore”.

“Chiediamo alla Sindaca Virginia Raggi di annullare il riversamento degli importi del Contributo di Soggiorno maturati nei primi tre mesi del 2020 da parte delle strutture alberghiere – continua Fiori – in modo tale che gli stessi importi rimangano a totale disposizione degli alberghi. Questa deve essere una misura una tantum perché Unindustria è da sempre convinta che il Contributo di Soggiorno debba essere totalmente reinvestito per dare più servizi di qualità a cittadini, imprese e turisti. Ci troviamo di fronte ad un’emergenza senza precedenti che sta condizionando pesantemente la sopravvivenza del nostro tessuto produttivo cittadino e regionale. Ci auguriamo che tali provvedimenti possano essere adottati anche dagli altri Comuni del Lazio che si trovano nelle stesse condizioni della Capitale”.

“Data la situazione di estrema difficoltà che coinvolge imprese e lavoratori – conclude il presidente della Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero di Unindustria – è necessario intervenire tempestivamente. Questo provvedimento, infatti, da parte del Comune rappresenterebbe nell’immediato un’importante boccata di ossigeno per il sistema alberghiero di Roma che è in una situazione drammatica, considerando che il 90% delle strutture alberghiere è chiusa in conseguenza della diffusione dell’epidemia”.

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