“L’oro di Crivelli” nei Musei Vaticani

da | 20 Nov 2019 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Foto: 1) polittico “Madonna con Bambino e Santi” (1481); 2) “Cristo in pietà fra la Madonna, Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista”(1488-1489); 3) “Madonna col Bambino” (1482).

Celebra trentacinque anni di relazioni diplomatiche fra lo Stato della Città Del Vaticano e gli Stati Uniti d’America la piccola, preziosa mostra “L’oro di Crivelli” aperta fino al 21 gennaio dell’anno prossimo ai Musei Vaticani. L’iniziativa nasce dalla volontà dell’ambasciatrice Callista Gringich accolta dai Vaticani come il modo più naturale di ricordare l’avvenimento, mentre la sua realizzazione si deve ai Patrons of the Arts in the Vatican Museum, l’associazione di cittadini statunitensi che ha messo i Musei nella condizione di affrontare anche questo importante restauro. Come stanno facendo da trentasei anni a questa parte, sostenendo finanziariamente l’opera di tutela, valorizzazione e condivisione del patrimonio universale d’arte e fede dei Vaticani. In questo caso si deve al generoso intervento dei Patrons dei Capitoli della California e del New England. La loro nascita risale al 1982 quando il Vaticano promosse una mostra itinerante negli Stati Uniti a New York, Chicago e San Francisco. Fu l’occasione per contribuire al restauro delle opere esposte in mostra. Una buona pratica che continua anche oggi.

La scelta questa volta è andata all’artista veneto Carlo Crivelli (1435 – 1495) di cui i Musei del Papa conservano dalla prima metà dell’Ottocento tre opere, il polittico “Madonna con Bambino e Santi” (1481), la tavola “Madonna col Bambino” (1482) e la lunetta “Cristo in pietà fra la Madonna, Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista”(1488-1489). L’esposizione, curata da Guido Cornini con la collaborazione di Fabrizio Biferali, è ospitata nella Sala XVII della Pinacoteca, da un paio d’anni destinata a eventi legati a ricerche, studi, restauri e collaborazioni internazionali riassunti nella rassegna “Museums at Work” che ben esprime già nel titolo il senso dell’operazione. Anche in questo caso si tratta di studi, indagini, ricerche e restauri che hanno condotto a una conoscenza ancora più approfondita dell’artista cui si deve una pittura sontuosa che si esprime con l’impiego di colori come l’azzurrite, l’indaco, il verde di rame, il cinabro, i lapislazzuli, le lacche rosse e un’ampia profusione di foglia d’oro. Le nuove indagini hanno portato a rivedere l’attribuzione del Polittico prima considerato opera di bottega ed oggi assegnato con certezza a Carlo Crivelli, senza escludere il coinvolgimento di aiuti.

Si tratta di un grande pittore rinascimentale, un maestro, figlio e fratello di pittori. Nato a Venezia, già qualificato come “pictor” in un documento del 1457, attivo fra la Laguna, l’entroterra veneto, la Dalmazia forse a seguito del collega Giorgio Schiavone e le Marche dove ha vissuto a lungo ed è morto lasciandovi molti dipinti sparsi poi ovunque, dalla National Gallery di Londra alla Pinacoteca di Brera. “Noto per la squisita eleganza delle sue invenzioni stilistiche e raffigurative, Carlo Crivelli si distinse per l’estrema originalità del linguaggio elaborato, in cui le conquiste rinascimentali della prospettiva e della nitida modellazione dei volumi si legano a cadenze decorative e all’uso dell’oro di gusto tardogotico”, spiega Barbara Jatta direttrice dei Musei Vaticani.

Tutte e tre le opere sono state sottoposte in tempi diversi a un accurato restauro, preceduto da sofisticate indagini diagnostiche, riflettografia, infrarosso, che hanno interessato il Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali Lignei diretto da Francesca Persegati, il Laboratorio di Diagnostica diretto da Ulderico Santamaria e l’Ufficio del Conservatore affidato a Vittoria Cimino. Un iter complesso illustrato nei particolari nei pannelli posti a lato delle opere che si possono ammirare nella semi oscurità per la prima volta tutte insieme, una accanto all’altra, a distanza ravvicinata. Sulla parete di fondo, ma molto prossimo, la stanza è piuttosto piccola, il polittico a cinque scomparti “Madonna col Bambino e i Ss Girolamo, Silvestro, Giovanni Battista, e Giovanni Evangelista” che proviene dalla chiesa di San Gregorio Magno ad Ascoli Piceno e fu acquistato su indicazione di Papa Pio IX nel 1850. Già attribuito a Vittore Crivelli, seppur manomesso e privato di alcuni elementi della struttura in pioppo e della elaborata cornice in tiglio, per la qualità tecnica e formale altissima e per l’ideazione della scena è sicuramente da assegnare a Carlo. Liberato delle pesanti vernici che lo offuscavano ha ritrovato i suoi colori. Le indagini hanno messo in evidenza il disegno preparatorio sottostante molto ricco e minuzioso, la cura dei dettagli nel trattamento dei panneggi, nei particolari anatomici, i capelli, le rughe dei personaggi rappresentati. La stessa perizia nel disegno si rintraccia nelle altre due opere.

A sinistra la “Madonna con il Bambino e un frate francescano”, dalla chiesa di San Francesco a Force (Ascoli Piceno), dalla quale nel 1830 fu trasferito a Roma per iniziativa di Pio VIII e destinata nel 1844 alle raccolte lateranensi. Con probabilità ideata come elemento centrale di un trittico o di un polittico in cui fasto decorativo e squisita eleganza si fondono mirabilmente. La piccola figura di frate francescano in basso a sinistra, presentato di profilo, a mani giunte che si dovrebbe identificare col committente, si richiama a prototipi più antichi. La stessa cosa vale per la figuretta che appare nel polittico ai piedi della Vergine. E’ un’unica tavola di pioppo dipinta a tempera con velature ad olio, in una cornice moderna. Già restaurata nell’Ottocento, ora ha ritrovato la sua originale policromia. I rossi, i verdi, i blu brillanti come quello del manto della Vergine, impreziositi da decori dorati.

Infine a destra la splendida lunetta con il ”Cristo in pietà tra la Vergine, Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista” in cui le figure appaiono come scolpite. L’opera esprime tutto il pathos tipico della pittura a tema cristologico di Crivelli e forse risente del trattato devozionale “I dolori mentali di Gesù nella sua passione “ della clarissa Camilla Battista da Varano. Ad attenuare la tensione le testine angeliche dipinte in foglia d’oro sullo sfondo. Doveva essere in origine la cimasa della pala della “Consegna delle chiavi” per la chiesa di San Pietro di Muralto a Camerino, oggi alla Gemäldegalerie di Berlino. Restaurata più volte nell’Ottocento, dipinta a tempera con velature a olio su un supporto di sei assi di pioppo, risanato recentemente, con l’ultima pulitura ha ritrovato i suoi brillanti colori e la lucentezza della foglia d’oro. Acquistata per la Pinacoteca Capitolina nel 1831, è stata trasferita in Vaticano nel 1836.

Musei Vaticani – Pinacoteca Viale Vaticano, 51. Orario: 9.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 16.00), chiuso i festivi, esclusa l’ultima domenica del mese dalle 9.00 alle 14.00. Fino al 21 gennaio 2020. Informazioni: www.museivaticani.va

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