Erano tutti reduci della Grande Guerra gli artisti chiamati a decorare la Casa Madre dei Mutilati e Invalidi realizzata a Roma tra il 25 e il 38 su progetto di Marcello Piacentini (che disegna anche gli arredi, il magnifico lucernario, le poltroncine della sala delle adunanze), tra Lungotevere e Piazza Adriana . Un edificio di riconosciuto valore architettonico e artistico a cui lavorano numerosi artisti, a cominciare da Antonio Giuseppe Santagata (1888-1985), punto di riferimento della pittura murale, e Cipriano Efisio Oppo (1891-1962) autori dei cicli di affreschi celebrativi delle vittorie italiane. Un monumento poco conosciuto nonostante sia uno degli esempi più interessanti del Novecento a Roma .Un momento dellarte che non ha eguali al mondo dice il soprintendente Francesco Prosperetti La poetica del Novecento viene declinata a Roma in luoghi e modalità diverse attraverso un arco di tempo che supera i trentanni e che caratterizza limmagine di tanta parte della città. E in margine alla presentazione del restauro ha annunciato il prossimo recupero del ciclo di graffiti realizzati da Afro nei primi anni Cinquanta nellex Caffè Aragno a via del Corso dove sorgerà un Apple Store.
Recentemente la Casa Madre è stata aperta al pubblico per merito del FAI, ma ben pochi sanno quali tesori nasconda la sede della Procura Generale della Repubblica presso la Corte dAppello di Roma. Un edificio inconfondibile per lalternarsi del travertino e dei ruvidi blocchi di tufo che si staglia fra Castel SantAngelo e il Palazzo di Giustizia che si fregia di spazi eccezionali come il salone delle assemblee, di boiserie e stucchi dèco e opere di artisti straordinari come Dazzi, Wildt, Prini, Morbiducci, Socrate e Sironi autore degli affreschi di Mussolini e di Vittorio Emanuele III nel Sacrario. E fu Santagata, come si legge in una lettera autografa, a rassicurare Sironi che ci sarebbe stato spazio anche per le sue opere. Così i tre artisti, Santagata Oppo e Sironi si divisero spazi di uguale importanza.
Se torna a parlare della Casa Madre (sperando in una futura visita con tutte le cautele del caso), per il restauro di parte del ciclo di Affreschi delle Vittorie che decorano lomonima corte con le battaglie vinte dallItalia. Le battaglie del Piave e di Vittorio Veneto opera di Santagata e le battaglie della Bainsizza e di Gorizia di Oppo, che raccontano senza enfasi, ma ad affresco per sfidare il tempo la vita degli uomini in guerra e i luoghi in cui si svolgeva. Due artisti molto diversi per formazione e stile Santagata e Oppo che hanno un loro personale approccio alla poetica del Novecento che tende a recuperare la tradizione e i momenti alti della pittura. Così affrontano la tecnica dellaffresco in modo del tutto personale. Santagata, un maestro della materia che ha operato tantissimo per commissioni pubbliche e anche nelle chiese fino agli ultimi anni, poco noto nonostante i suoi meriti, lavora per velature su una parete perfettamente liscia, alla maniera del Rinascimento. E lascia in vista i forellini dello spolvero, come si vede a occhio nudo, guardando da vicino. Invece Oppo che nasce come pittore di cavalletto, illustratore e critico, che collabora alle sceneggiature del teatro Costanzi, il grande organizzatore della prima Quadriennale del31, che è autore di due soli affreschi (laltro è quello della chiesa di Sn Benedetto a Pomezia), lavora su una superficie scabra e ripassa il disegno dello spolvero, guardando al barocco romano. Una superficie ruvida che attrae la polvere, causa del suo veloce degrado.
Dei cinquecento metri quadrati di affreschi sono stati restaurati circa cento, due grandi riquadri con le battaglie del Piave di Santagata e della Bainsizza di Oppo perché mostravano segni di maggiore degrado e rischio di distacchi della pellicola pittorica, dovuto allesposizione allaperto e allirraggiamento destate. Dopo una complessa fase di indagini diagnostiche, integrate da ricerche darchivio, consulenze e impiegando le più moderne tecnologie, in modo da conoscere la tecnica esecutiva dei due artisti e comprendere le cause dei danni, otto mesi fa, con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma guidata dallarchitetto Prosperetti, è iniziato il vero e proprio restauro. E stato affidato alle mani esperte di Lucia Morganti e Valentina White, storiche dellarte , specializzate nella tecnica dellaffresco e della pittura murale del Novecento fin dalla loro tesi di laurea allIstituto Centrale del Restauro, che da ventanni studiano e restaurano la Casa Madre. Che hanno fatto ricerche accurate anche in loco, in Liguria, su Santagata di cui esistono in letteratura pochissime notizie.
E la prima tappa di un lavoro reso possibile grazie al Bando della Presidenza del Consiglio indetto nel 2014 per le attività culturali legate al centenario della Grande Guerra, che concedeva un finanziamento di 124 mila euro, comprensivo del contributo dellAssociazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra. Il progetto è risultato infatti al secondo posto in tutta Italia tra oltre 750 presentati. Il restauro è iniziato con il consolidamento degli strati di intonaco e della pellicola pittorica , prima di passare alla stuccatura, reintegrazione e presentazione estetica. Attenti a non usare lacqua, molto pericolosa per gli affreschi. Per pulire il travertino è stato impiegato il laser.