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Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra. Il restauro degli affreschi delle vittorie

da | 20 Dic 2018 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Erano tutti reduci della Grande Guerra gli artisti chiamati a decorare la Casa Madre dei Mutilati e Invalidi realizzata a Roma tra il ’25 e il ’38 su progetto di Marcello Piacentini (che disegna anche gli arredi, il magnifico lucernario, le poltroncine della sala delle adunanze), tra Lungotevere e Piazza Adriana . Un edificio di riconosciuto valore architettonico e artistico a cui lavorano numerosi artisti, a cominciare da Antonio Giuseppe Santagata (1888-1985), punto di riferimento della pittura murale, e Cipriano Efisio Oppo (1891-1962) autori dei cicli di affreschi celebrativi delle vittorie italiane. Un monumento poco conosciuto nonostante sia uno degli esempi più interessanti del Novecento a Roma .“Un momento dell’arte che non ha eguali al mondo – dice il soprintendente Francesco Prosperetti – La poetica del Novecento viene declinata a Roma in luoghi e modalità diverse attraverso un arco di tempo che supera i trent’anni e che caratterizza l’immagine di tanta parte della città”. E in margine alla presentazione del restauro ha annunciato il prossimo recupero del ciclo di graffiti realizzati da Afro nei primi anni Cinquanta nell’ex Caffè Aragno a via del Corso dove sorgerà un Apple Store.

Recentemente la Casa Madre è stata aperta al pubblico per merito del FAI, ma ben pochi sanno quali tesori nasconda la sede della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma. Un edificio inconfondibile per l’alternarsi del travertino e dei ruvidi blocchi di tufo che si staglia fra Castel Sant’Angelo e il Palazzo di Giustizia che si fregia di spazi eccezionali come il salone delle assemblee, di boiserie e stucchi dèco e opere di artisti straordinari come Dazzi, Wildt, Prini, Morbiducci, Socrate e Sironi autore degli affreschi di Mussolini e di Vittorio Emanuele III nel Sacrario. E fu Santagata, come si legge in una lettera autografa, a rassicurare Sironi che ci sarebbe stato spazio anche per le sue opere. Così i tre artisti, Santagata Oppo e Sironi si divisero spazi di uguale importanza.

Se torna a parlare della Casa Madre (sperando in una futura visita con tutte le cautele del caso), per il restauro di parte del ciclo di Affreschi delle Vittorie che decorano l’omonima corte con le battaglie vinte dall’Italia. Le battaglie del Piave e di Vittorio Veneto opera di Santagata e le battaglie della Bainsizza e di Gorizia di Oppo, che raccontano senza enfasi, ma ad affresco per sfidare il tempo la vita degli uomini in guerra e i luoghi in cui si svolgeva. Due artisti molto diversi per formazione e stile Santagata e Oppo che hanno un loro personale approccio alla poetica del Novecento che tende a recuperare la tradizione e i momenti alti della pittura. Così affrontano la tecnica dell’affresco in modo del tutto personale. Santagata, un maestro della materia che ha operato tantissimo per commissioni pubbliche e anche nelle chiese fino agli ultimi anni, poco noto nonostante i suoi meriti, lavora per velature su una parete perfettamente liscia, alla maniera del Rinascimento. E lascia in vista i forellini dello spolvero, come si vede a occhio nudo, guardando da vicino. Invece Oppo che nasce come pittore di cavalletto, illustratore e critico, che collabora alle sceneggiature del teatro Costanzi, il grande organizzatore della prima Quadriennale del’31, che è autore di due soli affreschi (l’altro è quello della chiesa di Sn Benedetto a Pomezia), lavora su una superficie scabra e ripassa il disegno dello spolvero, guardando al barocco romano. Una superficie ruvida che attrae la polvere, causa del suo veloce degrado.

Dei cinquecento metri quadrati di affreschi sono stati restaurati circa cento, due grandi riquadri con le battaglie del Piave di Santagata e della Bainsizza di Oppo perché mostravano segni di maggiore degrado e rischio di distacchi della pellicola pittorica, dovuto all’esposizione all’aperto e all’irraggiamento d’estate. Dopo una complessa fase di indagini diagnostiche, integrate da ricerche d’archivio, consulenze e impiegando le più moderne tecnologie, in modo da conoscere la tecnica esecutiva dei due artisti e comprendere le cause dei danni, otto mesi fa, con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma guidata dall’architetto Prosperetti, è iniziato il vero e proprio restauro. E’ stato affidato alle mani esperte di Lucia Morganti e Valentina White, storiche dell’arte , specializzate nella tecnica dell’affresco e della pittura murale del Novecento fin dalla loro tesi di laurea all’Istituto Centrale del Restauro, che da vent’anni studiano e restaurano la Casa Madre. Che hanno fatto ricerche accurate anche in loco, in Liguria, su Santagata di cui esistono in letteratura pochissime notizie.

E’ la prima tappa di un lavoro reso possibile grazie al Bando della Presidenza del Consiglio indetto nel 2014 per le attività culturali legate al centenario della Grande Guerra, che concedeva un finanziamento di 124 mila euro, comprensivo del contributo dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra. Il progetto è risultato infatti al secondo posto in tutta Italia tra oltre 750 presentati. Il restauro è iniziato con il consolidamento degli strati di intonaco e della pellicola pittorica , prima di passare alla stuccatura, reintegrazione e presentazione estetica. Attenti a non usare l’acqua, molto pericolosa per gli affreschi. Per pulire il travertino è stato impiegato il laser.

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